venerdì 14 dicembre 2012

Il mio più grande amore: La Batteria

Un pomeriggio, uno come tanti, trascorso nella sala giochi dell’oratorio salesiano della mio paese. Stavo giocando a ping pong con uno dei tanti ragazzini che, come me, all’epoca frequentavano la struttura. All’improvviso sentii un gran baccano provenire da terra; pensai subito a un terremoto, o a qualche altro fenomeno naturale che poteva essere disastroso. Ero piccolissimo, e dentro di me ancora riuscivo a comprendere bene la natura di certi rumori, fortunatamente però capii subito che non era nulla di grave appena mi resi conto della tranquillità della gente che avevo intorno. Ognuno stava continuando a svolgere la propria attività come se nulla fosse successo. Passarono i secondi e quel baccano invece di diminuire aumentava sempre più
, alche, come sempre, dentro di me iniziava ad alimentarsi la curiosità di capire di ciò che stava realmente accadendo; il rumore proveniva dal seminterrato, l'unica parte del complesso che all'epoca mi era ancora sconosciuta. Dovevo andare a vedere di cosa si trattava. Metto a terra palla e racchetta, e mi incamminai verso la porta interna dell’edificio, oltre la quale era possibile accedere alla scala interna. In quel momento stavo pensando di tutto, tranne il fatto che quello che stavo per vedere avrebbe sconvolto la mia vita, in senso positivo, naturalmente.

Attraversai la porta e iniziai a scendere per la scalinata. Più scendevo, e più i rumori aumentavano, i battiti del mio cuore aumentavano, ma iniziavo a capire che quel frastuono aveva un senso, seguiva una particolare struttura e il tutto era sincronizzato con un tempo ben preciso; difficilmente ciò che stavo sentendo potevano far alludere a dei rumori casuali. Evidentemente qualcuno li provocava. Ma chi? Per scoprirlo non dovevo far altro che avvicinarmi nel luogo esatto in cui provenivano quei rumori.

Apro la prima porta del seminterrato e noto subito, innanzi a me, un'altra porta di legno, dalla quale si poteva accedere in uno stanzino. Era da lì che usciva tutto quel casino. Dentro me solo un desiderio: APRIRE QUELLA PORTA! Mi avvicinai lentamente e una volta arrivato feci leva sulla maniglia per entrare.

Entro e la prima cosa che noto è un signore stempiato con qualche capello bianco e con delle enormi cuffie tra le orecchia, che stava suonando una batteria. Non avevo mai visto una batteria o almeno, non dal vivo. Mi pare di averla vista la prima volta guardando in televisione il festivalbar che all'epoca facevano ogni estate sulle reti mediaset. Ad un certo punto questo signore cessa di suonare, si alza dalla seggiolino e viene verso di me. Non avrei mai potuto immaginare in quel momento che qualche anno dopo quel signore sarebbe diventato il mio primo maestro di batteria e soprattutto uno dei miei più grandi amici (e lo è tutt'ora). Andiamo però con ordine.

La prima cosa che questo signore mi disse fu come mai mi trovavo lì, e gli risposi subito che avevo sentito un gran baccano mentre giocavo a ping pong, e che volevo capire di cosa si trattava. Ad un certo punto finisce di parlare e mi fissa: aveva capito che ero totalmente rapito da quella bellezza di colore nero (sto parlando della batteria eh XD) e dalla meccanica luccicante che ai miei occhi aveva un valore inestimabile; mi invitò ad avvicinarmi per vederla più da vicino. Mi disse:

Signore: ''ti piace, vero?''

Io: ''è stupenda non ne avevo mai vista una da così vicino''.

Signore:''allora vai a suonarla''

Non ci potevo credere, stavo per suonare la batteria! Girai subito dietro il set, mi sedetti sul seggiolino, e li iniziai a capire che qualcosa non quadrava; arrivavo a malapena a toccare i tamburi con le mani, ma le mie gambe non arrivavano ai pedali. Niente di tutto questo, però, poteva impedirmi di dare qualche colpo a un elemento della batteria che, subito dopo, quel gentile signore, mi disse di chiamarsi rullante. Chiaramente quel che stavo provando a suonare non aveva alcun senso, musicalmente parlando, quindi il signore munito di disponibilità (e soprattutto pazienza XD) iniziò a spiegarmi qualche semplice esercizio da fare sui tamburi; avevo l'entusiasmo a mille! Fu così che conobbi il più grande amore della mia vita: la batteria!

Da quel giorno feci amicizia con questo signore (che poco dopo mi disse di chiamarsi Pino), al punto che appena arrivava lui non perdevo occasione di scendere giù in saletta, per vederlo suonare e nello stesso tempo per poter avere l'opportunità di tirare qualche colpo sulla sua bellissima batteria.

Ero ancora troppo piccolo e l'idea di poter imparare seriamente a suonarla non mi sfiorava minimamente il cervello, soprattutto perchè ben presto le nostre suonate terminarono a causa della chiusura definitiva della sala.

Verso l'età di 16 anni ebbi l'opportunità di rivedere questo amico e soprattutto la sua batteria (che nel frattempo era diventata ancora più grande) e da li si accese definitivamente la passione. Volevo a tutti i costi imparare a suonarla! C’erano però dei problemi di fondo che mi impedivano di poter fare ciò: il primo, quello più importante, era che non avevo la batteria xD, il secondo, quello di trovare un maestro che mi insegnasse a suonarla. Fu così che presi i miei faticosi risparmi e acquistai la mia prima batteria: una woodstock anni '70, che però non si reggeva manco in piedi: l'umidità aveva praticamente deformato i fusti, le aste che dovevano reggere i piatti erano arrugginite (e li mi presi subito la briga di zincarle con lo spray xD); ma il vero punto di forza erano i piatti: il charleston, che praticamente con la pressione di un dito si deformava spaventosamente contro ogni logica della fisica, e un crash/ride zildjian mezzo scheggiato; insomma una batteria di pentole e piatti da cucina avrebbe suonato meglio; il tutto pagato a soli 150 euro (un furto? probabilmente si)!

Iniziai a prendere lezioni di batteria proprio da Pino, ma il mio entusiasmo si spense quando un giorno mi disse: ''io non sono un maestro di batteria, ne tanto meno ho mai preso lezioni di batteria, suono solo ad orecchio, quindi posso insegnarti poco... dopo due mesi non saprei piu cosa spiegarti, quindi ti consiglio nel frattempo di cercarti un vero insegnante''.

Il problema fondamentalmente era che di insegnanti di batteria nella mia zona non ne esisteva manco l'ombra. Al dire il vero avevo ne avevo sentito parlare di uno, bravissimo a detta della critica, ma che a livello di serietà lasciava alquanto a desiderare. Cercai di informarmi fuori zona, ma più vicino si trovava a 70 km da casa mia, e per me era davvero impossibile andarci dato che non ero automunito prima di tutto, e poi perchè mi sarebbe costato un casino (le spese me li sarei dovute addossare tutte io, dato che mio padre era totalmente contrario al fatto che volessi imparare la batteria). Fu' così che per presi lezioni da Pino e poi continuai a suonare per conto mio, ad orecchio, proprio come aveva imparato lui. Se tutto ciò da un lato mi penalizzava parecchio (per il semplice fatto che senza studio non potevo sviluppare la tecnica), dall'altro, incredibilmente, mi avvantaggiava, e non poco, perchè ascoltando e provando a suonare i vari generi musicali, col tempo riuscii a sviluppare un buon senso musicale ed una discreta dote di creatività.

Compiuti i 18 anni decisi che era arrivato il momento di fare il salto di qualità: dovevo iniziare a studiare seriamente la batteria. Decisi di farmi quei 70 km per andare personalmente a parlare con questo insegnante; avevo un entusiasmo spaventoso! Il nome dell'insegnate era tutto un programma: si chiamava Benedetto ma a guardarlo sembrava tutto fuorché ''benedetto'' xD. Aveva i capelli lunghi, un paio di occhiali da sole che praticamente portava ovunque (forse anche a letto la notte xD) ed era vestito in modo bizzarro.
Appena lo vidi, la prima cosa che realizzai dentro me fu: ''ok, questo secondo me non è un batterista ma un matto appena uscito dal manicomio xD''.
Entrai nel suo ufficio e li iniziai ad acquisire fiducia in lui; su un quadro era posto il suo diploma (o laurea) in batteria e percussioni ''presso il conservatorio di Milano''. Successivamente, discutendo, disse che uno dei suoi maestri era il batterista di Laura Pausini!
Inoltre, la stanza dove avrei dovuto prendere le lezioni era ben attrezzata e restaurata in ogni dettaglio, ma la batteria che c'era faceva letteralmente cagare xD. Questo non sarebbe stato sicuramente un problema, la cosa importante era che avevo finalmente trovato un valido insegnante e che potevo finalmente imparare bene la batteria. Fu così che iniziai a prendere lezioni da lui.

Le prime settimane erano davvero uno spasso: passavo ore e ore a fare gli esercizi, ma la cosa figa era vederlo il modo in cui si incazzava ogni qual volta sbagliavo qualcosa. Era peggio di un comico! A volte sbagliavo apposta solo per vederlo in quelle condizioni XD.
Non potrò mai dimenticare le ore che ho passato in quella stanza a esercitarmi e a farmi tante di quelle risate da tornare tutte le volte a casa col mal di pancia XD.

Tutto stava andando per il verso giusto, stavo iniziando ad ampliare le vedute musicali, ad acquistare un po' di tecnica e soprattutto ad avere una certa scioltezza nei movimenti. Inoltre con alcuni amici avevamo fondato un gruppo rock blues (tutt'ora in vita), gli LL & BLUESBREACKERS e, grazie ad una estate caldissima di sacrifici, a lavorare sopra i tetti, sotto a 50° di sole, avevo comprato anche quella che adesso è la mia attuale batteria. Una pearl export di colore rosso con le venature del legno di colore nero. Tutto liscio: stavo imparando bene la batteria, ero entrato a far parte di un gruppo musicale, e poco dopo iniziai anche ad esibirmi col gruppo nei migliori locali della provincia, finchè un giorno non successe una cosa che mi scombussolò la vita da studente musicista...

Uno dei miei fratelli aveva deciso di sposarsi e mia madre, per aiutarlo, gli diede una parte della nostra casa. Per farla breve, la stanza dove avevo la batteria doveva diventare un BAGNO! Non avevo più un posto dove mettere la batteria e suonarla. Questo avvenimento mi danneggiò parecchio perchè non avevo più la possibilità di esercitarmi, quindi andavo a lezione ma non potevo svolgere gli esercizi a casa... in pratica stavo perdendo solo tempo. Poi ci si mise la situazione economica: le spese per il viaggio e per la retta mensile stavano diventando insostenibili, quindi fui costretto a malincuore ad abbandonare tutto. L’unica nota “positiva” (ma per me non lo era affatto) era quella che, a detta del mio maestro, avevo tutti gli strumenti per potermi incamminare da solo. Dentro di me, però, sapevo benissimo che ciò non era vero, e che quelle parole avevano il solo e unico scopo di non farmi deprimere.

Dopo aver smesso di suonare (attivamente) e di prendere lezioni, le uniche suonate che riuscivo a farmi erano col gruppo, quando capitava l'occasione di esibirci in qualche locale.
Continuai così per tutto il resto dell'anno la e arrivò il momento di prendere la decisione più importante della mia vita, ovvero quella di fare la scelta per il mio futuro: continuare gli studi scolastici? andare a lavorare? andare al conservatorio per prendermi il diploma di batteria? Le domande a cui dare una risposta non erano poche, soprattutto considerando la sicurezza a livello economico che ognuno di queste strade avrebbe potuto garantirmi un giorno. Di una cosa, però, ero assolutamente sicuro, ovvero che se avessi dovuto dar peso esclusivamente alla passione, avrei scelto di proseguire gli studi della batteria. Prima di prendere una decisione, feci un passo indietro, e mi resi subito conto che molti di quelli che avevano seguito la passione, alla fine si son ritrovati a spasso, senza lavoro. Era indubbio che se avessi scelto la passione, avrei dovuto aggrapparmi (e non poco) alla fortuna.
Alla fine decisi di andare all'università a Roma per studiare ingegneria. Da quel momento in poi smisi di suonare la batteria.

Tuttavia non si trattava di un abbandono definitivo, infatti ogni qualvolta scendevo a casa in calabria, i miei amici prendevano delle serate ed andavo a suonare con loro. Il progetto degli "LL & Bluesbreakers" dunque andava avanti, anche se a rilento. . Nonostante ciò, in quel periodo, grazie al grandissimo figurone che avevamo fatto alla NOTTE BIANCA DI TREBISACCE, fummo contattati dal proprietario di un discopub di BATTIPAGLIA, per fare una serata.

Questo signore ci spiegò che in quel periodo si trovava in quella zona per trascorrere le vacanze estive, e che dopo averci visto, voleva a tutti costi che andassimo a suonare nel suo locale. La sua proposta era pazzesca: un weekend serale intero in compagnia della nostra musica live, e di grandissimi boccali di birra! Viaggio, vitto, alloggio ed esibizione tutto pagato (alloggio per 3 giorni in un hotel a 4 stelle pauroso); Accettammo subito, perché per noi si trattava di una proposta senza precedenti XD. Non voglio dilungarmi troppo, quindi non scriverò (almeno non in questo articolo) l’esito di quei fantastici giorni, dico solo che ci siamo divertiti come matti, e che abbiamo passato 3 giorni da ROCKSTAR!

Questa situazione andò avanti finchè qualche tempo dopo mi arrivò proprio a Roma la proposta di entrare a far parte di un gruppo post rock (i KINOEYE) fondato da un mio ex professore universitario. Da quel momento ripresi a suonare la batteria con più frequenza, aumentando così il mio bagaglio di ''esperienza''.
Purtroppo però, questo progetto dopo un anno e mezzo fallì miseramente a causa della diversità di stile musicale che ogni membro del gruppo aveva rispetto all'altro. Fu davvero un peccato perchè di idee ce ne erano tante e soprattutto i pezzi che stavamo tirando fuori (scritti dal mio professore) erano molto belli.

Continuai a suonare la batteria in modo altalenante, sfruttando le poche serate che prendevamo con gli LL & BLUESBREACKERS. Gli entusiasmi però stavano decisamente calando, perché il gruppo non era supportato da un progetto vero e proprio, facevamo le serate, suonavamo i nostri pezzi, ma tutto finiva lì. Erano anni che questa cosa andava avanti in questa direzione che non aveva alcuna ambizione, se non quella del divertimento e dello svago. Ma quando ti ritrovi per anni a fare sempre le solite cose, a suonare sempre i soliti pezzi, il divertimento inizia a diminuire, e lo svago inizia a perdere di significato, perché lo si potrebbe impiegare anche facendo altre attività.
Nel pieno della crisi, ci voleva qualcosa che poteva far riaccendere la miccia della passione dentro ognuno di noi, e quella miccia si è accesa l’estate scorsa, e destino volle che ciò accadesse proprio in occasione della NOTTE BIANCA DI TREBISACCE 2012!

Che dire di quella serata, credo che quando si vivono determinate emozioni le parole non bastano per raccontare e descrivere ciò che era successo e ciò che ognuno di noi stava provando in quei momenti. Proverò a farlo, ma già so’ che non ci riuscirò; dai nostri strumenti la musica che usciva sembrava una opera d’arte, catturava l’attenzione di chiunque passava e nessuno riusciva a trovare una ragione anche banale semplicemente per girare lo sguardo e guardare da un’altra parte. L’interpretazione dei pezzi non aveva precedenti nella storia della nostra band, nessun errore da parte di nessuno, musicalità perfetta, e l’energia che sprizzava da quello che facevamo era immensa, al punto che molta gente si ritrovò (secondo me senza accorgersene) a ballare. Ognuno di noi ha dato se stesso. Io ho dato me stesso! Ricordo ancora che non avevo le energie necessarie per guidare la macchina e tornare a casa, e che il giorno successivo non ho fatto altro che stare nel letto. Mi sentivo le ossa rotte, ero a pezzi ma FELICE! Non facevo altro che pensare a tutto quello che è successo il giorno prima, e vi dirò, ci penso ancora oggi. Soprattutto ancora oggi penso che molte cose in quella sera le avevamo improvvisate, ma per come le abbiamo fatte sembrava che le avessimo preparate da chissà quanto tempo. Alla batteria sono riuscito a fare cose che se ci provassi oggi non riuscirei neanche a farle, ma non so come in quella sera ci sono riuscito. Non so come sono riuscito a fare un drum solo. Forse se rivivessi il tutto dall’inizio una spiegazione riuscirei a trovarla, ma questo non è possibile. L’unico rammarico è che di quella magnifica serata non abbiamo nessun ricordo materiale (ah si, forse uno si, e cioè quello che ancora ci devono pagare :P) se non quello mentale. Eppure durante la nostra esibizione di telecamere e macchinette fotografiche ne ho viste, e spero un giorno di riuscire a trovare chiunque ci abbia ripreso. Pagherò quel video a peso d’oro XD.

Ed eccomi finalmente giunto al termine di questa storia. Dopo quella memorabile serata il tutto è continuato ad andare avanti come prima. Probabilmente il progetto LL & BLUESBREACKERS continuerà ad andare avanti senza ambizioni, e un giorno morirà rimanendo nell'anonimato, ma potrò mai dimenticarmi di quello che mi ha dato e che continuerà a darmi, così non mi dimenticherò mai di tutto quello che mi ha portato a farne parte, ovvero di quel pomeriggio passato all'oratorio, quando quei rumori disturbarono la mia partita di ping pong, e quando ho avuto la fortuna di conoscere Pino e la sua batteria. Non posso far altro che continuare a ringraziarlo, perché se oggi posso dire che

“Le soddisfazioni che mi ha dato la batteria e la musica, 
non me le ha mai date e mai me le darà nessuno!” 

il merito è suo. Buona fortuna a tutti!

Un abbraccio

Pierre Kino Ellis

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